Architettura del simbolo / Lo spazio, la materia, l’immagine – Asti, Chiesa di San Martino / 29.09.0222 – 31.10.2022

Mercoledì 28 settembre, alle ore 12:00, presso la sacrestia  della Chiesa di San Martino ad Asti, sarà presentata alla stampa  la mostra “ARCHITETTURE DEL SIMBOLICO – Lo spazio, la materia, l’immagine”, promossa dall’Associazione Culturale San Martino Asti Ets, in collaborazione con la Parrocchia di San Martino e l’Associazione Culturale Tavola di Migliandolo Ets

La mostra apre il progetto “Interni del Sacro”, una rassegna, con cadenza annuale che vede lo spazio tardo barocco della chiesa di San Martino in dialogo con i linguaggi dell’arte contemporanea.

La mostra che apre al pubblico giovedì 29 settembre alle ore 17:00, pone l’accento sul valore del simbolico e del suo aperto dialogo con le coscienze creative di questi primi decenni del Duemila. Curata dal prof. Massimo Bignardi, già docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena, l’esposizione, propone le opere di  Pippo Altomare, Salvatore Dominelli, Sergio Nannicola e Marco Pellizzola.

Si tratta di un gruppo di artisti italiani, della stessa generazione apparsa sulla scena espositiva nazionale negli anni Ottanta: due, Nannicola e Pellizzola maggiormente attenti al rapporto tra il luogo e la dimensione plastica dell’intervento/installazione; mentre Altomare e Dominelli pongono una attenta trazione in chiave pittorica dei tratti distintivi del ricco patrimonio pittorico e decorativa della chiesa, eccellenza del tardo barocco in Piemonte.

“La mostra Architettura del simbolo che viene realizzata nella chiesa di  San Martino – rileva il parroco e presidente dell’Associazione San Martino Asti, padre Luigi Testa – grazie alla partecipazione degli artisti e docenti Pippo Altomare, Salvatore Dominelli, Sergio Nannicola, Marco Pellizzola, ci mette a contatto con lo spazio di un ambiente, esalta la materia e ci narra visivamente di colori, sensazioni ed emozioni che gli autori trasmettono attraverso le loro opere al visitatore. Il percorso offre un itinerario di riflessione spirituale che si snoda dal Coro dell’edifico sacro, alla Sacrestia e continua nello spazio museale come invito per entrare in una dimensione trascendente e per elevare lo spirto. L’ambiente di San Martino è stato scelto come alveo di contemplazione del sacro, spazio per l’ariosità di immagine e luogo suggestivo, che unendo antico e contemporaneo ci può parlare di rinascita, di vita attraverso il gioco delle forme”.

“I luoghi scelti per le istallazioni plastiche e pittoriche – precisa Bignardi –sono elementi caratterizzanti uno spazio architettonico tardo barocco, qual è la chiesa di San Martino ad Asti: l’altare centrale, il coro, la sacrestia. Luoghi e non spazi in quanto essi interpretano non la dimensione della misura newtoniana, quanto ambiti diversi della ritualità centrale di una chiesa: la Santa Messa.

Intervenire in questi luoghi ben distinti per funzione; il coro (la voce che risponde all’incipit della preghiera, che accompagna la voce/canto dell’officiante); la sacrestia, luogo della vestizione, ma anche ove l’officiante si prepara al rito; l’altare maggiore punto/fuoco dell’intera prospettiva, sia delle linee architettoniche, sia dei volumi sia degli sguardi dei fedeli”.

La mostra chiuderà il 31 ottobre.

Orari di visita: venerdì  10:00/12:00; sabato 10:00/12:00 e 15:00/18:00; domenica 15:00/17:00.

Per info: parr.s.martino@gmail.com –  info@tavoladimigliandolo.it

LA DECORAZIONE CONTEMPORANEA TRA RICERCA E DIDATTITA

La riflessione sul concetto di Decorazione rappresenta una sfida e una

prospettiva sempre più incalzante per l’arte contemporanea.

Svincolata dalla gabbia delle interpretazioni più tradizionali, ma non da

importanti radici storiche che risalgono fino alle origini delle arti visive,

la pratica decorativa prevede capacità di interazione con gli spazi e

i contesti, grande apertura alle tecniche e alle tecnologie, elevate

competenze progettuali. Queste peculiarità ne fanno, oggi più che

mai, un ambito di sperimentazione strategico, molto sollecitato dalla

società e dal sistema dell’arte internazionale. La relazione con gli spazi

urbani, pubblici e privati, l’integrazione con l’architettura, l’interazione

con l’ambiente naturale, l’interdisciplinarietà, i sistemi iconografici e le

funzioni di comunicazione, portano gli interventi estetici ad agire nei

luoghi in cui si svolge la vita delle persone, fino a ridefinirne le modalità.

L’Accademia di Belle Arti di Brera, che da tempo si propone come centro

di ricerca, ha avviato un percorso di approfondimento particolarmente

attento alle questioni della didattica della Decorazione tra passato

e presente, attivando un serrato confronto tra artisti e intellettuali,

con l’intento di predisporre soluzioni innovative per il futuro. Questo

libro restituisce un’ampia ricognizione di idee ed esperienze, raccolte

in occasione di una giornata di studi che ha visto la partecipazione

di numerosi esperti, e documenta le intenzioni teoriche e le pratiche

operative dei docenti che afferiscono a questa disciplina, nell’ambito

degli studi del triennio e del biennio, illustrandole anche attraverso le

opere realizzate dagli studenti.

Pubblicazione edita da Silvana Editoriale finita di stampare nel mese di gennaio 2020

ANCORA UNA BUGIA – Dal 19 marzo al 19 aprile 2019 CASA DELLA MEMORIA – Milano

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ANCORA UNA BUGIA

 

Dal 19 marzo al 19 aprile 2019 CASA DELLA MEMORIA via Federico Confalonieri, 14 20124 Milano

Opening martedì 19 marzo 2019 alle ore 18.00.

Opere di: Luca Coser, Pietro Finelli, Michel Jamsin, Bernard Josse, Claire Kirkpatrik, Sergio Nannicola, Daniel Pelletti, Marco Pellizzola, Benoit Piret, Stefano Pizzi, Nicola Salvatore, Jean-Marc Watremez.

Introdurranno Marco Pellizzola (AA. BB. Brera), Stefano Pizzi (AA. BB. Brera), Paolo Barcella (Unibg) con la relazione “L’emigrazione italiana nel dopoguerra e il caso del Belgio”, Luccio Pisano, in rappresentanza del Consiglio Consultivo dei Cittadini del Mondo della Città di La Louvière, e modererà Maurizio Guerri (AA. BB. Brera).

Nel 1946 il primo ministro belga Achille Van Acker e quello italiano Alcide De Gasperi – nel quadro delle condizioni economiche europee assai precarie dopo il conflitto mondiale, nonché per la scarsità di manovalanza in Belgio e di carbone in Italia – firmarono un protocollo che prevedeva l’invio di 50.000 lavoratori italiani nelle miniere belghe in cambio del combustibile. L’attrattiva di trovare lavoro in uno stato più ricco, dipinto dai politici come un “El Dorado”, mobilitò tra il 1946 ed il 1952 un espatrio di 223.972 italiani, numero che un paese come il Belgio (8 milioni e mezzo di abitanti nel 1950) non era assolutamente preparato ad accogliere. Così quando arrivarono le famiglie italiane finirono nelle baracche di lamiera che durante la Seconda Guerra Mondiale erano state destinate ai prigionieri. Il protocollo fu rimesso in discussione nel 1956, dopo il nefasto disastro di Marcinelle nel quale perirono 262 lavoratori di cui 136 italiani.

Oggi un gruppo di artisti italiani e belgi di chiara fama ed internazionalmente riconosciuti per il loro impegno sociale, in memoria di quell’accordo rievocano, citando Pinocchio, i falsi discorsi dei politici di allora. Questa mostra, ospitata ora presso la Casa Della Memoria di Milano è stata presentata durante la stagione espositiva 2016-2017 presso il Chateau Gilson a La Louvière, in ricordo del settantesimo anniversario del protocollo italo-belga, all’interno del programma dal titolo BURATTINO CIAO!

Triennale di Milano – CALL FOR SUBMISSIONS RECONSTRUCTIONS SUSPENDED TIME – 30 NOV 2018 – 10 FEB 2019

Sergio Nannicola “Piatto del cratere sismico dell’Aquila” 2013


Dal 30 Novembre 2018 al 10 Febbraio 2019 è possibile visitare la CALL FOR SUBMISSIONS RECONSTRUCTIONS SUSPENDED TIME presso la Triennale di Milano, in cui tra gli altri è presente il lavoro dell’artista aquilano Sergio Nannicola – La mostra presenta una panoramica di ricostruzioni appartenenti a tempi e luoghi diversi sviluppando una riflessione sulle prospettive future che, dal Medio Oriente alle Americhe, coinvolge l’azione dei governi e la cultura degli architetti.
La ricostruzione di territori e città, da occasionale che era, si pone ormai, a seguito di eventi epocali e rari, come pratica costante a causa del moltiplicarsi nel mondo di guerre, terremoti, catastrofi di vario tipo e alla impossibilità degli abitanti colpiti di gestire in autonomia le fasi successive alla distruzione. Tuttavia, non sempre l’accumularsi di una grande esperienza pregressa su cui contare si è tradotto in un reale patrimonio cui fare riferimento. I casi distruttivi più recenti in Italia dimostrano la progressiva prevalenza di un atteggiamento “emergenziale” e la conseguente rimozione di esperienze passate anche di straordinario livello che hanno connotato l’Italia nel segno di una costruzione attenta alle differenze dei luoghi e alle loro caratteristiche.
http://www.triennale.org/mostra/ricostruzioni/